In Noi Vivono Molte Parti : la parte Depressa

Ognuno di noi è un essere complesso, sfaccettato. Come scriveva Pirandello, siamo “uno, nessuno, centomila”: assumiamo volti diversi a seconda delle circostanze, delle relazioni e delle emozioni che ci attraversano.

Non esiste un “io fisso e immutabile”, ma una continua danza di parti interiori che si alternano dentro di noi.

Anche il poeta Walt Whitman lo esprime con forza, dicendo:

Quante parti albergano in Te?Mi contraddico? Ebbene sì, mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini.

Nel nostro mondo interiore vivono sub-personalità differenti: alcune luminose, altre più timide o sofferenti. Ognuna ha un suo ruolo, un suo linguaggio, una sua storia.  Queste parti si alternano a seconda delle situazioni esterne, delle relazioni, delle emozioni che stiamo vivendo. Sono semplicemente aspetti del nostro essere, nati per proteggerci o per farci ottenere amore, riconoscimento, sicurezza.

Conoscerle ci aiuta a vivere in modo più consapevole e armonioso. Secondo il neuropsichiatra e psicoterapeuta Bruno Caldironi dentro ciascuno di noi convivono diverse “sub-personalità”: parti interiori con emozioni, pensieri e bisogni specifici. Le sub-personalità principali sono quattro:

La depressa, l’ossessiva, l’isterica e la schizzoide.

Iniziamo il nostro viaggio con la parte depressa. 
Chi è la Parte Depressa?

Punti chiave:

  • Vive un senso di vuoto, come se mancasse qualcosa di essenziale, una costante carenza d’amore.

  • Prova tristezza, senso di malinconia o apatia.

  • Si sente priva di energia e facilmente si scoraggia e per questo ha tendenza a procrastinare, rimandando compiti o decisioni.

  • Si percepisce inferiore agli altri, come se valesse meno.
  • Non esprime facilmente le proprie opinioni, spesso per paura di sbagliare o di non essere accettata.

  • Si accontenta di poco, si adatta alla situazione.

  • Ha una sorta di paura del successo, ansia da prestazione o da esame, ha un comportamento fallimentare.

  • Rimanda al futuro la propria realizzazione: “Da grande farò…”, ma fatica a concretizzare.
  • Coltiva ideologie di rinuncia, sviluppa una familiarità con il dolore e la sofferenza, può prodigarsi con persone o animali che soffrono.

  • Sperimenta una vera e propria perdita dei desideri: non sa più cosa le piacerebbe davvero nella vita, sopprime sin dall’infanzia i suoi bisogni. 

  • Ha difficoltà a riconoscere i propri bisogni, perché è molto impegnata a soddisfare quelli degli altri nel tentativo di ottenere amore, approvazione o riconoscimento, spinta da un incolmabile vuoto d’amore non da una situazione personale di armonia.

  • È soggetta a bisogni di prendere, di colmare, di ricevere che cerca di colmare attraverso comportamenti compensatori come:

    • acquisti compulsivi (shopping), cibo, anche senza fame, per “riempire un vuoto”.

    • nei rapporti sentimentali vive dell’altro, il bisogno dell’altro è tale da evitare discussioni e conflitti per paura della perdita e della solitudine.

    • ciò che conta è l’essere amato, il bisogno di affetto è l’elemento cardine, l’aspetto sessuale è meno importante di quello affettivo, diventando così un mezzo per ricevere affetto, vissuto spesso con delusione e senza partecipazione emotiva.

    • corrisponde all’immagine del bravo bambino o del bravo uomo/brava donna: disponibile, educato, responsabile, ma interiormente carico di pesi emotivi.
    • anche il corpo riflette questa parte: linee morbide, aspetto tondeggiante, postura afflosciata “curva sotto il peso della propria esistenza”, secondo Lowen ci sono tre aspetti : irrigidimento, blocco, perdita di contatto tra Io e corpo.
    • Messaggi Interiori
      • “Non valgo abbastanza.” “Tanto non cambierà nulla.” “Meglio non provarci, potrei fallire.” “Gli altri sono più bravi di me.” “Se dico la mia, rischio di perdere l’amore delle persone.”

Strategie olistiche per la Vita Quotidiana

Un aspetto fondamentale del counseling olistico è accogliere tutte le nostre parti, senza giudizio. La parte depressa non va “cancellata”, ma ascoltata e integrata.

Ecco alcuni suggerimenti pratici:

Riconosci il Vuoto, Senza Riempirlo Subito

Spesso la fame emotiva porta a mangiare anche senza appetito. Quando senti il bisogno impellente di cibo o acquisti, fermati qualche secondo e chiediti: “Sto davvero desiderando questo, o sto cercando di non sentire un’emozione?” Non sempre è facile, ma iniziare a distinguere fame fisica da fame emotiva è già un passo prezioso.

Scrivi un Diario dei Bisogni e Desideri 

Ogni sera, annota: Cosa mi ha fatto sentire bene oggi? Cosa avrei voluto dire o fare e non ho fatto? Di cosa ho bisogno davvero? All’inizio può sembrare di non saper rispondere. Non importa: scrivi anche solo “non lo so”. È comunque un primo passo.

Concediti il Permesso di Volere 

La parte depressa tende a rinunciare. Scegli ogni giorno un piccolo desiderio e realizzalo, anche se sembra insignificante (es. un fiore, una passeggiata, ascoltare una canzone).

Pratica il “Piccolo Coraggio” 

Esprimi la tua opinione in situazioni sicure, senza pretendere di essere perfetto. Allenati a dire anche semplici: “Per me è importante…” “Mi piacerebbe…” “Non sono d’accordo.” 

Movimento e Respiro 

Anche solo dieci minuti di camminata o esercizi dolci aiutano a smuovere energia stagnante. 

Ascolto Gentile

Quando la voce interiore diventa troppo critica, prova a rispondere con gentilezza: “Capisco che ti senti stanca/o. Ci sono qui per te.” 

Spegni l’Ideale del “Bravo Bambino” 

Non sei obbligato a dire sempre sì, a essere perfetto o a mettere sempre gli altri al primo posto. Impara a chiederti: “Se non avessi paura di deludere, cosa farei ora?”


Un Messaggio di Speranza

La parte depressa non è il nemico: è una parte che, spesso, ha imparato a rinunciare per proteggersi da sofferenze più grandi. Ascoltarla significa poterle restituire ciò che ha perso: la possibilità di desiderare, di sentire piacere, di esprimersi.

Ogni piccolo gesto di consapevolezza può diventare una luce che illumina il cammino fuori dal grigio. E ricordati: non sei solo. La vita ha sempre spazio per un nuovo inizio. 

Se ti riconosci in queste parole, o senti che anche tu, a volte o spesso, esprimi questa parte — magari nelle relazioni che sembrano non funzionare, nella difficoltà a fare carriera o a esprimere davvero i tuoi bisogni — e ti ritrovi a vestire i panni dell’adulto che si adatta a tutti e a tutto, sappi che è possibile cambiare il tuo presente.

Se vuoi, possiamo parlarne insieme e iniziare un percorso per riscoprire chi sei davvero e dare più spazio alla tua autenticità.

Facciamo chiarezza:
Chi è il Counselor Olistico e l’Operatore Olistico?

Il Counselor Olistico e l’Operatore Olistico sono professionisti che accompagnano le persone nel percorso di crescita personale, favorendo il benessere psicofisico, il miglioramento delle relazioni e lo sviluppo della consapevolezza di Sé attraverso pratiche olistiche.

Queste figure non si occupano di diagnosi mediche o psicologiche, non trattano disturbi patologici né utilizzano strumenti riservati alle professioni sanitarie. Non propongono terapie né prescrivono farmaci.

Il loro lavoro si basa sull’utilizzo di tecniche e percorsi di consapevolezza corporea, energetica e interiore, con l’obiettivo di aiutare la persona a:

  • ritrovare equilibrio e armonia interiore,

  • riscoprire e potenziare le proprie risorse personali,

  • vivere in modo più autentico e soddisfacente,

  • migliorare il proprio stato di benessere psicofisico.

In sintesi, il Counselor Olistico e l’Operatore Olistico non curano, ma si prendono cura, offrendo strumenti e spazi di ascolto che permettono alla persona di conoscersi meglio, di affrontare le difficoltà quotidiane e di esprimere pienamente sé stessa nel proprio contesto di vita.

Elisabetta Faccin

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