Oltre la Mente: Riscoprire la Saggezza del Sentire
Ti è mai capitato di percepire una risposta dentro di te, limpida e viscerale, ma poi la mente ha iniziato a dubitare, razionalizzare, confondere? In un mondo in cui tutto passa attraverso il filtro del pensiero, riscoprire la voce del corpo è un atto di autenticità e coraggio.
Viviamo in un’epoca dominata dalla mente, dalla logica, dall’analisi. Siamo costantemente bombardati da informazioni, giudizi, opinioni, spesso introiettati come verità assolute.
La mente ci offre una mappa del mondo che può diventare rigida, limitante, persino fuorviante. Ci intrappola in un labirinto di “dovrei”, “è giusto o sbagliato”, “non si fa”, allontanandoci dalla nostra esperienza più viva e autentica.
Il sentire autentico del corpo
Esiste un’altra voce, più sottile e infinitamente più saggia: la voce del sentire. Non si tratta delle emozioni fugaci, ma della profonda risonanza interiore che vibra nel corpo. Un “sì” o un “no” viscerale, libero dai filtri della mente e dai condizionamenti sociali.
Questo sentire attinge a una saggezza primordiale, connessa al nostro essere più autentico e al flusso della vita stessa.
Scardinare le prigioni mentali
Quando impariamo a sintonizzarci con il sentire, iniziamo a smascherare le gabbie interiori che ci siamo costruiti. I pregiudizi si rivelano per quello che sono: giudizi affrettati basati su esperienze limitate o su narrazioni esterne.
Le convinzioni iniziano a vacillare di fronte alla potenza di un’esperienza diretta. Le credenze possono diventare catene se ci impediscono di aprirci al nuovo, all’inaspettato, all’ignoto.
Dare spazio al silenzio e all’intuizione
Ascoltare il corpo richiede coraggio.
Significa mettere in discussione le proprie certezze, tollerare l’ambiguità, accettare che la realtà è più sfumata di quanto vorremmo credere.
Significa riconoscere il linguaggio sottile del corpo: un dolore, una tensione, una leggerezza improvvisa, un calore. Ogni sensazione può essere una guida, un messaggio, una porta d’accesso a una verità più profonda.
Gioia, pace, vitalità: anche queste sono forme di sentire che ci orientano nella direzione giusta. Il corpo sa, se lo ascoltiamo.
Il sentire nella relazione d’aiuto
Quando assumiamo un ruolo professionale nella relazione d’aiuto, il sentire assume un’altra dimensione. È fondamentale distinguere il sentire per sé da quello che accade nel campo condiviso con l’altro.
Non tutto ciò che sentiamo è verità: nella relazione d’aiuto, come nel counseling, è fondamentale ricordare che non tutto ciò che sentiamo è una rappresentazione fedele della realtà. Spesso, le nostre sensazioni e interpretazioni, quando siamo di fronte a una persona, possono essere influenzate da convinzioni radicate, ruoli che abbiamo interiorizzato, dinamiche dell’ego e ferite emotive non elaborate.
Il corpo può parlarci, ma se il sentire è ancora intrecciato con emozioni reattive, ferite non viste, aspettative o ego spirituale, può diventare distorsione.
Essere davvero presenti significa disidentificarsi anche da ciò che “crediamo” di sentire, per tornare a Essere, senza etichette, senza ruoli interiorizzati. Questa Presenza è ciò che crea lo spazio sicuro in cui l’altro può emergere.
Nel lavoro con l’altro, questo implica osservazione continua, umiltà e autenticità.
A volte, è proprio il silenzio a parlare con più verità.
A volte, è meglio il silenzio e l’ascolto attivo, se sentiamo che dentro di noi qualcosa è attivato, reattivo, coinvolto.
Lasciare che il campo parli. Fidarsi del processo.
Essere un canale vuoto, e non un contenitore pieno.
Un invito all’ascolto profondo
In questo spazio di ascolto, possiamo scoprire una guida interiore affidabile.
Una bussola che ci conduce verso scelte più autentiche, relazioni più nutrienti, una vita più piena.
Possiamo imparare a fidarci della nostra saggezza innata, quella che pulsa nel silenzio del nostro sentire.
E ora, ti lascio con una semplice domanda.
Prova a pensare a una situazione che ti pone davanti a una scelta, un dubbio, un bivio.
Chiudi gli occhi. Respira.
Chiediti: “Cosa sento?”, “Dove lo sento?”
Il mio corpo cosa mi sta dicendo?
Si sente leggero o pesante? Rilassato o contratto?
Non cercare subito risposte con la mente.
Senti.
Ascolta.
Abita il corpo.
Elisabetta