Il dolore è fisico, la sofferenza è mentale.
La sofferenza è dovuta interamente all’attaccamento o all’opposizione, al rifiuto; è un segno di non disponibilità a muoversi, a fluire con la vita. Ogni vita contiene dolore, tuttavia una vita saggia è libera dalla sofferenza. Una persona saggia fa amicizia con l’inevitabile e non ne soffre; certo, conosce il dolore, ma ma non ne è spezzata. Nisargadatta Maharaj

Dolore e Sofferenza: la chiave è nella Consapevolezza

Nel percorso della vita, incontriamo inevitabilmente il dolore. È una componente naturale dell’esistenza: il corpo si ammala, le relazioni finiscono, le perdite si accumulano. Ma come ci insegna il saggio Nisargadatta Maharaj, è la sofferenza – non il dolore – a essere una scelta, spesso inconsapevole.

La sofferenza nasce quando opponiamo resistenza a ciò che accade. È la mente che dice “questo non dovrebbe succedere”, “non posso accettarlo”, “perché proprio a me?”. In questa lotta interiore si annida il vero peso che ci spezza, più del dolore stesso. Nel mio lavoro come counselor e operatore olistico, accompagno le persone a riconoscere questa sottile ma potente distinzione. Attraverso l’ascolto, la presenza, il lavoro corporeo e spirituale, guidiamo insieme un processo di disidentificazione dalla sofferenza mentale. Non si tratta di diventare freddi o indifferenti al dolore, ma di imparare ad attraversarlo con consapevolezza, fiducia e apertura.

Immagina un fiume: lungo il suo corso incontra ostacoli, rocce, detriti, argini che lo costringono a cambiare direzione. Eppure non si ferma. Scorre, sempre. Così è la vita: ci sono perdite, lutti, delusioni, eventi che ci sembrano bloccare il cammino. Ma dentro di noi esiste una forza che sa fluire, se solo smettiamo di opporci e iniziamo ad ascoltare. Il fiume non giudica l’ostacolo, lo accoglie, lo abbraccia e continua. Anche noi possiamo imparare a fare lo stesso.

Accogliere ciò che è, anche quando è difficile, non significa arrendersi passivamente, ma abbracciare la vita nella sua totalità. Quando smettiamo di opporci a ciò che non possiamo cambiare, emerge una saggezza più profonda, una forza tranquilla che ci permette di vivere il dolore senza esserne sopraffatti.

Questo è il cuore di una vita consapevole e integra: non eliminare il dolore, ma liberarsi dalla sofferenza. Fare amicizia con l’inevitabile non è debolezza, ma una forma di amore verso sé stessi.

Se senti il bisogno di esplorare queste dimensioni interiori, il mio spazio è aperto a te. Perché non sei solo, e il viaggio verso la libertà interiore può iniziare da un semplice sì alla vita, così com’è.

Elisabetta